volare è meno di essere
ma non ricordo come si faceva
(Mario Santagostini)
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Sembra sempre mi rivolga ad altri, anche quando tento solo di riconoscermi, di restare solo con la mia povertà, tentando di trasformare in dialogo il melodramma di un monologo. Detesto essere immediatamente fruibile, mi dissocia dal mistero... e tutto quello che di me posso raccogliere non è detto che lo debba distribuire. Questa frenesia del concedersi percuote lo spazio, inondandolo di passioni tristi.
Un disagio che sgomita, arrotolata l'anima e confonde trascendere ed esistere… una storia di piccolezze e impedimenti, una debole miseria, pallida anomalia... in qualche istante dove non ti vedo nemmeno se ci sei, dove volersi è solo inganno o forse parodia.
C'è una strano senso nella fedeltà, un ancoraggio a un’incertezza, un'apparizione timida di una speranza. Sentirsi attratti dal rimanere crea una sorta di permanenza e l'attenuarsi della distanza passa in ogni istante, dove il crederci è il primo pensiero.
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A. Assiri
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